Milan: il derby tra entusiasmo e preoccupazione

Fabio Conte

C’è entusiasmo. C’è preoccupazione. C’è il Derby. L’entusiasmo, eccessivo rispetto il gioco espresso nelle ultime partite, è dei milanisti che vedono la possibilità di allungare in classifica e consolidare un terzo posto fino a poche settimane fa utopistico.

C’è preoccupazione tra gli interisti in crisi di risultati e alle prese con la complicata vicenda, che vira sulla telenovela, del caso Icardi. Ci sono preoccupazione e apprensione tra i rossoneri che hanno visto la squadra subire giocate e pressione in diverse fasi delle partite con Empoli, Sassuolo e Chievo. Ci potrebbero essere l’entusiasmo e la consapevolezza a spingere i nerazzurri se riusciranno a superare, nonostante le tante assenze, il complicato ma non impossibile turno di Europa League, e comunque per un gioco che sembra affrancarsi dalla dipendenza all’ex capitano grazie alla crescita del giovane Lautaro Martinez. C’è l’esperienza di un allenatore di lungo corso come Spalletti pur se sballottato nel caso I. e c’è l’ambizione che cova sotto la modestia di un attualmente troppo (per i suoi gusti) incensato Gattuso.

Ho visto Chievo Milan e ho visto Inter Spal. Ho visto una squadra umile compatta e consapevole di non poter sbagliare partita a Verona, contro il Chievo ultimo in classifica. Ho visto un po’ di confusione e apprensione tra i nerazzurri prima che la superiorità tecnica avesse la meglio su una Spal abbastanza dimessa. Adesso, divisi da un punto ma con due piazze a disposizione, le due milanesi vanno alla ricerca della supremazia cittadina che potrebbe comunque mantenere vivo il sogno dell’imprescindibile piazzamento Champions. Ci sono due squadre, due società, due ambienti che stanno vivendo l’avvicinamento alla partita in maniera antitetica ma simile per tensione e con le medesime speranze. Due società oggi solide, che stanno progettando la gestione comune di uno stadio di proprietà che dovrebbe far lievitare in maniera considerevole gli introiti condivisi, dimezzando gli investimenti che, se si tratterà di un nuovo impianto, si prospettano ingenti. Due società quindi che contano di viaggiare a braccetto per tanti anni e che si augurano di mantenere entrambe una buona salute economica e sportiva.

La praticità spiccia dei milanesi fa accettare progetti economici tra le proprietà, ma non annacqua le ambizioni e la ricerca di supremazia così come la correttezza e la civiltà che contraddistinguono i tifosi durante il derby non diluiscono la rivalità accesa, vibrante e viscerale. In particolare c’è la speranza tra i milanisti di poter confermare di aver invertito il trend traballante degli ultimi anni, con un’affermazione che confermi la ritrovata solidità economica societaria e anche la rinata vena nello scoprire talenti. Il mercato d’inverno, infatti, ha regalato due ciliegine che stanno esaltando il lavoro di Gattuso e galvanizzando i tifosi. Per riflesso stanno facendo preoccupare i supporter nerazzurri che temono di dover sentire il coro, tanto in voga, ridondante e rimbombante. L’ottimismo e l’eccitazione rossonera, uniti al risicato punto di vantaggio, fanno del Milan la squadra favorita e quindi rendono probabile, come vuole la tradizione orale, la vittoria dell’Inter. In fase di pronostico quindi i nerazzurri sono i più accreditati così il Milan potrà partire da un livello meno pretenzioso di vittoria, da una base di umiltà che è stata così utile col Chievo e quindi, a maggior ragione, si dovrà usare anche con l’Inter.

Scusate ma come sempre l’avvicinarsi alla sfida mi fa cadere in arzigogolate argomentazioni, sorta di mezzucci scaramantici che celano preoccupazione e nascondono gli entusiasmi. Una tensione che si placherà solo al fischio finale per lasciar spazio alle emozioni che la partita avrà generato. Poi, sfida indiretta di campionato a parte, si potrà tornare a pensare all’impianto da costruire assieme. Sempre che non prevalga a un certo punto la voglia di essere unici. Come siamo, come ci sentiamo da qualsiasi sponda del naviglio la si guardi.

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